venerdì 29 febbraio 2008

Il primo Post (remake alias ribadire le premesse)

Questo piccolo Bloggettino senza pretese ha solo 4 mesi, però di cose ce ne sono già un po.

Umori vari, foto di famiglia sparse, tentativi maldestri di mettere insieme i pezzi.
Nulla che assomigli anche solo lontanamente ad un racconto.
Come tutti i blog è un po raccolta di frammenti sparsi.

Allora è utile ogni tanto ripartire dalle premesse, fosse mai che qualche anima gentile si venga a trovare casualmente da queste parti, chiedendosi poi "ma questi ChisonoCheFannoCheVogliono ?"

Meglio ripartire dal primo Post, perchè il primo come tutti i primi "non si scorda mai !".
Eccolo.

"E' il 10 Ottobre del 2007, in un momento in cui aprire un Blog non è certamente la cosa più innovativa che si possa fare.

Ma l'urgenza comunque c'è: passare dalla semplice annotazione delle cose proprie o collettive sotto forma di diario privato, ad una forma condivisa.

Un modo di mettersi in gioco, di esporsi al giudizio, al commento, alla critica positiva o negativa, che porta i nostri ragionamenti ad un livello più elevato.

Al fondo la convinzione che le nostre teorie intorno al mondo, di qualunque cosa si parli, non hanno molto senso se non sono condivise.

La convinzione cioè che il diario che ha come unico lettore chi lo scrive sia in fondo una forma primordiale per esprimersi.
E' autoreferente, amplifica le nostre opinioni su noi stessi e gli altri, senza un possibilità di replica, di evoluzione.
Certo, è la scoperta dell'acqua calda ...ma ogni tanto anche l'acqua calda ha un suo perchè.

Abbiamo già un Blog di Famiglia, anzi due, uno per il ramo Nord e Paesi Esteri, l'altro per il ramo sud, i due Blog non si sono mai fusi, ma questa è un altra storia.

Un blog personale è un altra cosa, non si sovrappone, non è un concorrente, contiene storie diverse.
Aggiunge, non toglie.
Cosa ? Non lo so !

L'idea iniziale era quella di condividere un diario in rete con i miei fratelli, si pensava di usare Google Documents per mantenere un documento comune da aggiornare a piacimento.

Ma perchè non fare lo sforzo di 'aprirsi' a chiunque voglia intervenire ?

Questo cambia un po la prospettiva.
Richiede lo sforzo di pensare bene a ciò che scriviamo, mettere i pensieri, le emozioni, le note personali in una forma comprensibile a tutti.
Superare la comunicazione per sottintesi, lo slang familiare e tutto il patrimonio di conoscenze dell'altro (vere o presunte!) che si accumula in una vita.

Un esercizio incredibilmente formativo.

Alcune cose non si potranno mai scrivere, troppo personali.
Ma il gioco vale la candela ...spero !"

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