Il 9 di Settembre.
Quasi un miracolo, esserci arrivati ancora con tutti i neuroni in ordine su questo circo in movimento.
Pero' ci siamo, ora bisogna scrivere scrivere scrivere.
Raccontare tutto.
E' tempo di riprendere il Blog lasciato a Buenos Aires quasi 3 anni fa, gennaio 2009 – settembre 2011. Una Vita.
Ma vale la pena, vivere, scrivere, scrivere, vivere.
In questi giorni buone notizie e buona energia di conseguenza.
Chiesto ed ottenuto anticipo di sbarco, il 3 ottobre invece del 23 ….una figata !!!
Il tempo all'immprovviso ha accellerato, solo pochi giorni fa scrivevo quanto fosse difficile voltare le pagine dei giorni, ora volano.
Senso di liberta' riconquistato, fuga dalla prigione galleggiante.
Chiaramente non e' un buon segno, no.
Per niente.
Vuol dire che in definitiva non funziona.
Ed e' quindi tempo di ammettere i propri errori.
Sono partito con il mare, le barche, le vele, i viaggi, le amicizie del caso, i luoghi, le culture, la noia
della routine, la rabbia della citta', la nausea della Telecom.
Tutto sacrosanto.
Sono partito, ed e' l'unica cosa di cui non mi pento affatto.
Non tornerei indietro nemmeno per disperazione.
Mai.
Quindi uno a zero palla al centro, sui fondamentali ci siamo.
Ma la storia delle navi, quella no, quella mi ha fottutto completamente.
L'idea era di vivere il mare, navigare con un senso della scoperta, dell'avventura anche.
Non dico Conrad, nel 2011 e' un idea strampalata.
Ma insomma un po di quello spirito, un ricordo o almeno l'ombra.
Niente.
Un accidenti fottuto di niente.
Il risultato e' questo condominio galleggiante di cinquemila persone, in cui puoi passare anche settimane senza nemmeno vederlo, il mare.
C'e' un fuori che scompare, tutti presi dal dentro.
Perche' dentro si consuma, si spende, e quindi il fuori deve esistere ma solo come cornice al sogno collettivo della crociera.
Non mi sento in grado di giudicare questi moti di massa, e nemmeno chi ci guadagna su.
Pero' non e' il mio mondo.
Non vivo il sogno dalla parte giusta insomma.
Il mare.
Fai capolino sul ponte e' lo guardi.
Oggi ci sono le ochette bianche per esempio, siamo tra la Grecia e la Croazia.
C'e' tanto vento fuori, onde formate, forse qualche barca che risale il vento arrancando, un altra che scende in volata con il vento in poppa e l'onda a favore.
Forse.
Lo guardo dal ponte di comando, come se guardassi un prato fiorito di maggio dopo un inverno durissimo.
Chi sei, gli domando ? Io non ti conosco.
Apro il mio Quaderno del Marconista e scrivo diligentemente
“ 09/10/2011 ore 14:23 GMT, in posizione 36 29'N 22 05'E ”
Poi faccio i miei test radio, riapro il grande quaderno e scrivo
“Daily Test as per Annex 1”, poi accanto “OK” e la mia firma.
Questo ci salvera' dagli eventi, semmai dovessero accanirsi contro di noi ?
No, per niente.
Il mare di carta non ci salva da quello vero, ma solo dall'irrequietudine dei burocrati affamati di salario e consuetudini.
I burocrati di terra.
L'hanno messa nel sacco proprio a noi che li schifiamo, che avevamo in mente gli orizzonti e la grande altura.
Coglioni.
Pero' che bello il grande mare.
Non mi stanca mai.